Due giornate di studio, il 28 e 29 aprile scorsi al Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, dedicate al compositore Vieri Tosatti. Una personalità musicale poliedrica, immersa nel proprio tempo ma anche in contrasto con la realtà musicale contemporanea, e insospettabilmente dedita ad altre forme espressive come la letteratura e il cinema. Ne è emerso un ritratto a tutto tondo che nell’intenzione dei curatori del convegno è solo l’inizio di un percorso di ricerca e di riflessione. A loro abbiamo chiesto questo racconto delle due giornate di studio, realizzate sotto gli auspici del Dipartimento di Teoria e Analisi, Direzione e Composizione del Conservatorio barese.
Di Angela Annese e Federico Biscione
La ragione principale della fama dell’eclettico musicista, nato a Roma il 2 novembre 1920 e ivi scomparso il 22 marzo 1999, risiede nell’attività di compositore – svolta ininterrottamente fino al 1970 e poi deliberatamente interrotta salvo una consistente appendice nel 1977 -, che ha il suo fulcro nella produzione per il teatro musicale, di notevole peso specifico malgrado il numero di titoli relativamente esiguo (cinque drammi musicali più un brano da concerto, la Partita a pugni, assai più noto nella veste scenica, pur “mendace” secondo l’Autore). Una produzione cui si affiancano quella sinfonica e quella cameristica, insieme con una cospicua serie di altri lavori per cortometraggi cinematografici e televisivi, musiche di scena per il teatro drammatico e per il teatro di figura e altri inediti giovanili, composti per occasioni e organici vari, non compresi nel catalogo ufficiale. Seppure la più importante – a giudicare dai conseguimenti – l’attività compositiva non è tuttavia l’unica di Tosatti degna di essere ricordata. Significativa è anche la produzione letteraria (una raccolta di poesie in lingua tedesca, due di racconti, una di saggi, un romanzo) e appare abbastanza sorprendente la creazione, come autore e regista, di cortometraggi amatoriali, cui talvolta ha preso parte anche come attore. Al pari di tanti musicisti della sua generazione, per i quali l’attività creativa è stata indissolubilmente legata alla padronanza e all’esercizio del mestiere, Tosatti è stato attivo anche come pianista e come direttore d’orchestra oltre che come insegnante, a Roma, presso il Conservatorio di Santa Cecilia e il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Le giornate, svoltesi per intero all’interno del Conservatorio barese, hanno alternato contributi e testimonianze a proiezioni ed esecuzioni musicali, nell’intento di offrire uno sguardo, pur non esaustivo, certamente attento e approfondito al complesso profilo dell’artista e alla sua ricerca espressiva, scegliendo di non dar conto in questa circostanza della nota, controversa questione riguardante i rapporti intercorsi tra Vieri Tosatti e un ricco signore – ragione forse precipua per la quale in anni recenti la figura di Tosatti ha ricevuto l’attenzione degli studiosi – e di rinviarne l’approfondimento a tempi e luoghi più opportuni. Testimonianze di rilievo sono state quelle di alcuni tra coloro che a Tosatti, per motivi diversi, sono stati vicini. Federico Biscione, compositore e docente di Composizione a Bari, allievo a suo tempo di Tosatti nonché esecutore al pianoforte di musica tosattiana vivente l’Autore, ha tracciato un percorso attraverso la produzione per canto e pianoforte, mentre il direttore d’orchestra Andrea Riderelli, anch’egli allievo ed esecutore di Tosatti lui vivente, ha tratteggiato i contorni essenziali della produzione cameristica. Maria Grazia Teodori, musicologa, autrice dell’unica monografia pubblicata su Tosatti del quale è stata amica personale, ha dato conto della produzione letteraria e saggistica e il musicologo Paolo Patrizi, che durante gli ultimi anni di vita del Maestro ha avuto con lui rapporti amicali, ha affrontato il vasto capitolo della produzione teatrale e dei motivi a essa sottostanti. Presenza preziosa quella del figlio del compositore, Valentino Tosatti, che ha compiuto un’affettuosa rievocazione del padre Vieri nei suoi aspetti più personali e privati. Peculiare l’apporto offerto dal pianista Daniele Adornetto, docente di Pianoforte proprio al “Piccinni” fino a pochi anni fa e ora presso il Conservatorio di Frosinone, che alla testimonianza personale come allievo di Tosatti per un breve periodo nonché, per il pianoforte, di Elio Maestosi, che con il compositore ha condiviso la creazione di numerose colonne sonore per cortometraggi, ha unito l’illustrazione della produzione edita di Tosatti per pianoforte, della quale ha recentemente pubblicato per l’etichetta Tactus la prima registrazione integrale, proponendo una pregevole esecuzione dal vivo della Sonata del Sud e dei Tre Studi da concerto. Di particolare significato, tanto più nell’auspicata prospettiva della prosecuzione di una già avviata collaborazione nella ricerca, il contributo che pur a distanza ha inteso offrire Annalisa Bini, Direttrice delle Attività culturali dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nella cui Bibliomediateca l’Archivio di Vieri Tosatti, dono degli eredi del musicista, è conservato. Nell’impossibilità di essere presente, Annalisa Bini ha generosamente consentito che venisse presentata, arricchita dalla riproduzione di alcuni documenti e accompagnata da un testo illustrativo, la descrizione da lei approntata del Fondo Tosatti, che è attualmente in fase di riordino. Si è potuto così apprendere dell’importanza di un fondo ben conservato che nella ricchezza e nella varietà della documentazione – manoscritti, dattiloscritti, corrispondenza, fotografie, disegni, programmi di sala, archivio sonoro – riflette per intero la multiforme attività creativa del musicista, illuminandone, anche nei corposi carteggi con alcuni colleghi e amici, la personalità sensibile e inquieta, la vastità delle relazioni e degli interessi, il problematico rapporto con i contemporanei. La sorprendente, se non addirittura insospettata, produzione ‘cinematografica’ di Tosatti è stata protagonista di una sezione dei lavori espressamente dedicata. Del cineasta dilettante è stato proiettato Il punto, cortometraggio della durata di circa tredici minuti ragionevolmente databile agli anni Cinquanta letteralmente ‘fatto in casa’ – conservato nel suo supporto originale nell’archivio privato dell’autore ma visibile in rete all’indirizzo https://www. youtube.com/watch?v=8L96gp01YIQ –, sulfurea parodia dei cinegiornali d’epoca di cui Tosatti firma sceneggiatura e regia, comparendovi anche come attore al fianco della moglie Valeria Ravot, pianista e attrice diplomata all’Accademia nazionale d’Arte Drammatica. Del musicista professionista, qui autore insieme a Elio Maestosi di una deliziosa colonna sonora, è stato invece presentato il corto d’animazione La fanciulla del melo di Bretislav Pojar (1975, 14’), coproduzione italo-cecoslovacca di delicatissima poesia, una proiezione realizzata in collaborazione con la Cineteca di Bologna, che conserva nel proprio archivio oltre quaranta cortometraggi documentari e di finzione, realizzati in larga prevalenza negli anni Settanta, per i quali Tosatti, quasi sempre in collaborazione con Elio Maestosi, ha composto la colonna sonora; alcuni di essi, restaurati e digitalizzati, sono visibili in rete (http://cinestore.cinetecadibologna. it/ricerca/type_ALL/ricerca_vieri%20tosatti). Parte costitutiva del progetto, naturalmente, le esecuzioni musicali dal vivo – per le quali il libretto di sala realizzato per l’occasione ha proposto inedite note illustrative – ad opera di docenti e studenti del “Piccinni” cui si è affiancato dall’esterno, oltre al già citato Adornetto, il baritono barese Giuseppe Naviglio, interprete con Federico Biscione al pianoforte del ciclo liederistico Einsamkeiten e di Il Racconto di Monsieur Maillard, tratto dal dramma musicale Il Sistema della dolcezza. Angela Annese e Federico Biscione hanno presentato insieme l’inedito Preludietto di Hindemith per due pianoforti e condiviso con gli studenti Michele Mele, Irene Ninno e Francesco Pellecchia l’esecuzione integrale dei Sette Preludi e Fughe per pianoforte. Chiusura affidata all’Ensemble strumentale della classe di Direzione d’orchestra del Maestro Giovanni Pelliccia diretto dal giovane Marco Grasso, in procinto di conseguire presso il “Piccinni” la Laurea di II livello in Direzione d’orchestra, con una brillante esecuzione del Divertimento per orchestra da camera. È emerso dalle due intense giornate il ritratto di un artista sfaccettato, che con il suo tempo ha vissuto un rapporto di profonda partecipazione e insieme di notevole frizione, soprattutto rispetto a un mondo musicale sempre più proteso, dagli anni Cinquanta in poi, verso strade lungo le quali i musicisti più legati alla tradizione hanno subito un discreto ostracismo, fino a venir relegati in un oblio dal quale solo in anni recentissimi sembrano lentamente riemergere. La ricerca prosegue. Il lavoro fin qui compiuto troverà intanto espressione nella pubblicazione degli atti, per un contributo allo sviluppo di un pensiero critico su un autore che, ad onta del generale disinteresse cui fino a poco tempo fa pareva relegato, è indiscutibilmente attuale: la sapienza del compositore, il graffio del suo sarcasmo, la vibrante vena lirica e la spietata critica sociale secondo punti di vista distanti dalla politica dei suoi anni sono valori che hanno molto da dire anche all’uomo del nostro tempo.