E’ finalmente uscito per l’etichetta Tactus (Roma, Tactus TC 922201, 2016) il compact disc interamente dedicato all’opera pianistica edita di Vieri Tosatti. Interprete di questa opera omnia è il pianista Daniele Adornetto.
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Il compositore romano Vieri Tosatti (1920-1999) ebbe un momento di grande notorietà durante il decennio 1950-60, quando tutti i teatri italiani (Scala, Opera di Roma, Fenice di Venezia, ecc.) programmavano con notevole frequenza i singolari lavori d’opera fulcro della sua produzione artistica, mentre i brani sinfonici erano regolarmente eseguiti presso tutte le più importanti società concertistico-orchestrali. In seguito si ebbe un notevole distacco di questo autore dagli ambienti ufficiali, dovuto alla definitiva affermazione del versante avanguardistico della musica contemporanea, che poco sopportava gli autori più legati alla tradizione, non meno che al carattere personale di Tosatti, uomo per nulla incline ai compromessi e sempre distante dagli ambienti politici. Un contributo assai qualificato alla conoscenza di Vieri Tosatti viene dal nuovo CD Tactus dedicato all’integrale per pianoforte del Compositore, realizzazione di qualità assai elevata sia sotto il profilo tecnico che riguardo alla profondità dell’interpretazione e alla magnifica prova strumentale offerta dall’interprete Daniele Adornetto. La produzione pianistica di Tosatti, ottimo pianista egli stesso, si concentra in due periodi: quello giovanile (1943-46) e quello della maturità (1970 e 1977), con un lungo intervallo tra l’uno e l’altro occupato soprattutto dai lavori teatrali. Il compact disc, la cui compilazione segue molto opportunamente un ordine cronologico, si apre con i Tre Studi da concerto (1943), nei quali l’autore appare ancora concentrato nell’opera di distillazione di uno stile personale dai contorni netti e stagliati – con qualche tratto neoclassico che non è mai vagheggiamento del passato ma materia viva e sempre necessaria all’espressione -, una ricerca che approda a maggior chiarezza stilistica nella successiva Sonata del Sud (in tre movimenti, 1944) e ancora nell’Allegro da concerto (1946). Con la Deutsche Sonate, forse il lavoro pianistico più ragguardevole del compositore, si salta direttamente al 1970, anno in cui Tosatti cessa dichiaratamente la sua attività di autore di musica, mentre i Sette Preludi e fughe, composti nel 1977 assieme al Gedichtkonzert per voce e orchestra, appartengono all’ultimissima produzione musicale che l’autore stesso, con la consueta ironia, definiva “postuma”. Del tutto staccate da qualsiasi committenza, le due ultime opere pianistiche rispondono esclusivamente a un impulso espressivo interiore. Lo stile appare sempre molto terso, ma densamente espressivo e stratificato, e sia la serietà che l’ironia trovano spazi adeguati. Daniele Adornetto possiede una naturale e profonda propensione allo scavo musicale, qui acuita dalla conoscenza personale dell’autore: tecnica e suono sono calibratissimi e capaci delle più sottili sfumature che questa musica continuamente richiede, sempre multiforme e ricca di invenzioni a volte bizzarre. Il risultato è un’interpretazione paradigmatica che servirà senza dubbio a rinnovare l’interesse per un repertorio troppo a lungo dimenticato.
[ Federico Biscione ]
Nato e vissuto a Roma nel secondo Dopoguerra, fu un compositore sui generis: irriverente, ironico, volutamente controcorrente e lontano dai mondo accademico. Egli stesso si definiva «un uomo complicato». Il suo linguaggio originale, espressivo, fondato sulla tradizione, lo mise in contrasto con l’ambiente musicale di quel tempo, ancorato indissolubilmente alla sperimentazione. Personaggio di cultura, non solo musicale, Tosatti rimase fedele ai suoi ideali, a scapito del successo e della fama, come dimostra il rifiuto che egli oppose alle proposte di incarichi istituzionali che gli furono rivolte. Non amava etichette per la sua musica: «La mia scrittura musicale non si estrinseca mai in un senso propriamente ritmico, né propriamente armonico, melodico o coloristico: essa è polivalente e di continuo slittante nell’una e nell’altra estrinsecazione». Così scriveva Tosatti in Capitoli scompagni (una raccolta di brevi saggi del 1979) facendo un bilancio della sua attività. La sua musica, basata su una tonalità allargata, con modulazioni continue e sovrapposizioni tonali, produce un risultato sonoro di grande effetto, sempre al servizio dell’espressività. Allievo, tra gli altri, di Petrassi e Pizzetti, con il quale studiò tra il 1942 e il 1944 ai Corsi di Perfezionamento in Composizione presso l’Accademia di Santa Cecilia, Tosatti raggiunse il successo negli anni Cinquanta, dedicandosi soprattutto al dramma musicale e a lavori fondati sul rapporto tra parola e suono. Tipico esempio fu la cantata Partita a Pugni, storia di un particolare incontro di pugilato, rappresentata per la prima volta al Festival di Venezia nel 1953 e poi replicata con grande consenso in Italia (anche recentemente, nel 2012, al Teatro Olimpico di Roma per l’Accademia Filarmonica) e all’estero. Molto particolari e dai titoli evocativi sono anche le altre opere: Il sistema della dolcezza del 1948, tratto da un racconto di Edgar Allan Poe, Il Giudizio Universale con la prima al Teatro alla Scala di Milano nel 1955, La Fiera delle meraviglie (Teatro dell’Opera di Roma, 1959), Il Paradiso e il Poeta nel 1964. Dopo aver composto il Requiem, eseguito per la prima volta dall’Orchestra della Rai di Milano nel 1964, l’Accademia di S. Cecilia propose a Tosatti, per ben due volte, la nomina ad Accademico: il compositore rifiutò in entrambe le occasioni, per ribadire la sua totale libertà dalle istituzioni. Prima e dopo la lunga parentesi teatrale, Tosatti compose importanti lavori strumentali e vocali. Nel 1966 scrisse il Concerto per viola e orchestra, i Drei Fünfstimmige Gesänge, i Lieder Einsamkeiten, Venedig e Die Musik Kommt, il Concerto iperciclico per clarinetto e orchestra e la Deutsche Sonate dedicata alla moglie pianista Valeria Ravot-Lichèri che ne sarà la prima interprete. Nel 1970 decise di abbandonare la composizione, con due eccezioni – Sette Preludi e Fughe e Gedichtkonzert, entrambi scritti nel 1977 per pianoforte. Nonostante la graduale perdita della vista, che lo portò alla cecità totale nel 1980, Tosatti dedicò i suoi ultimi anni all’attività letteraria, riprendendo un’antica passione giovanile; questa attività lo portò a dettare alla moglie un libro di poesie in tedesco, due libri di racconti, i Capitoli scompagni, e un romanzo, Principe azzurro.
Biografia a cura di Daniele Adornetto, tratta dalle note di copertina del Cd Tactus, “Tosatti, Opera Omnia per Pianoforte”.